“Non lasciarmi”: LA PAURA DELL’ABBANDONO

“Non lasciarmi”: LA PAURA DELL’ABBANDONO

L’amore è una delle più grandi forze costruttive, ma talvolta distrugge.

Quando l’amore è immaturo o quando l’individuo stesso è ancora sentimentalmente acerbo, l’amore può diventare pericoloso e distruttivo.

Molti direbbero che quello non è amore, e hanno ragione, ma per chi lo prova, quello è un sentimento talmente profondo e coinvolgente che non può che essere chiamato “amore”.

Di fronte a un amore estremamente appassionante, a volte si fa spazio un’emozione che può apparire contraria all’amore e che invece, se gestita adeguatamente, salva dagli amori sbagliati: la paura.

La paura non è l’opposto dell’amore ma il suo fedele alleato. Quando la paura supera l’amore e rende sempre in allerta in una relazione, questa emozione sta dicendo che forse è il caso di andarsene, di mollare la presa. Proprio per questo, a volte, la paura salva.

Talvolta, però, è proprio la paura che fa rimanere lì fermi, bloccati o armati per combattere una guerra che non si vincerà mai. In tal caso la paura genera un problema che determina non solo una relazione disfunzionale, ma anche l’incapacità di amare e lasciare andare ciò che non sta funzionando.

Questa forma di timore è la paura dell’abbandono, la paura di essere lasciati.

La persona che vive con tale paura ha, costantemente, il timore di perdere la persona amata, di rimanere senza di lui/lei, di non poter più vivere senza quell’amore.

I comportamenti per evitare tale possibile tragedia sono tutti volti a dire “non lasciarmi” e possono essere:

  • richieste verbali dirette per scongiurare la possibilità di essere lasciati;
  • richieste indirette (braccare l’altro, opprimerlo o soffocarlo anche con eccessive attenzioni non richieste);
  • controllare il partner;
  • combattere costantemente e spesso da soli per mantenere viva la relazione;
  • accettare comportamenti non ammissibili;
  • lamentarsi per richiamare l’attenzione del partner;
  • chiedere rassicurazioni costanti;
  • attuare comportamenti non congrui ai propri princìpi, solo per assecondare il partner;
  • minacciare l’altro di compiere gesti estremi (soprattutto verso se stessi).

Come insegna la terapia breve strategica, tali comportamenti non sono altro che tentativi di soluzione che invece di risolvere il problema lo vanno a incrementare.

Infatti, ognuno di questi atteggiamenti, non solo allontana il partner ma rende sempre più sfiduciati nel proprio valore.

Se la persona si mostra priva di valore, l’altro non potrà apprezzarlo/a come merita. Se non si crede nel proprio prestigio, come potrà farlo l’altro?

Se una persona si fa trattare da bigiotteria, non verrà mai considerata come gioiello.

La persona che accetta tutto e si fa calpestare per mantenere in vita una relazione guasta mostra di non valere abbastanza agli occhi del partner, che farà di lei/lui ciò che vuole. Sappiamo bene, però, che le persone non vogliono accanto un “partner marionetta”, del quale possono gestire i fili come pare e piace.

In altre parole, tanto più l’individuo timoroso dell’abbandono mette in atto comportamenti volti a pregare l’altro di non lasciarlo, quanto più creerà ciò che più teme, ossia la perdita della persona amata, perché perderà valore e dignità al suo cospetto.

SOLUZIONI EFFICACI PER GESTIRE LA PAURA DELL’ABBANDONO

Si può lavorare su se stessi e gestire la paura dell’abbandono.

Come?

Il più delle volte è necessario essere guidati da esperti competenti che sappiano comprendere la difficile situazione emotiva, aiutino a osservare la relazione da punti di vista differenti e indichino strategie efficaci di gestione della paura, perché da soli non si è in grado.

Qualora sia possibile, si può iniziare anche a lavorare autonomamente, osservando la propria relazione e il proprio comportamento nei confronti del partner. Se alcuni comportamenti utilizzati sono i tentativi di soluzione citati precedentemente, devono essere interrotti.

Un altro elemento indispensabile per gestire la paura dell’abbandono e creare relazioni funzionali è non rinunciare mai al proprio valore. Qualora succeda (e, senza inutili perbenismi, succede molto spesso) è essenziale ricordarsi che essere un “partner marionetta” non farà riavere ciò che stiamo perdendo ma al contrario lo farà perdere definitivamente. Parafrasando Victor Hugo, le persone che ci amano veramente, ci amano per ciò che si è, o meglio, ci amano a dispetto di quello che si è.

Un ultimo aspetto utile da ricordare è che le relazioni sono come il tango: si deve ballare entrambi, insieme e ognuno deve seguire i passi dell’altro. Se uno è fermo e l’altro balla ci si pesta i piedi; se entrambi rimangono immobili non c’è ballo; se ambedue si muovono senza tener conto dell’altro si scontrano.

Se vuoi imparare a gestire la tua paura dell’abbandono

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